Pieve del XI secolo a Casola in Lunigiana
La pieve di Codiponte, nel comune di Casola in Lunigiana, è tra le più affascinanti e artisticamente ricche del territorio dell’antica Diocesi di Luni; con i suoi capitelli figurati, la sua forma austera ed equilibrata, i suoi capolavori artistici è un vero paradigma del romanico Lunigianese. La pieve sorge sulla sponda destra dell’Aulella, presso un ponte oltre il quale si vedono, in lontananza, i ruderi del castello dei Bianchi d’Erberia del secolo XI. Siamo in una zona ricca di reperti preistorici e statue stele, un’area strategica di passaggio come testimonia anche il toponimo.
Di formidabile importanza, è tra gli edifici religiosi più antichi che si siano conservati e compare in documenti del sec VIII quando forse svolgeva funzioni battesimali (un grande fonte ad immersione trovato nel corso di scavi archeologici condotti negli anni Sessanta).
Qui, in un’area abitata almeno fin dalla prima Età del Ferro (VII-V sec. a.C.), si incrociavano due importanti itinerari: quello per la Garfagnana e quello tra il mare, le Apuane e il nord.
Le forme attuali si fanno risalire al XII sec. periodo al quale apparterrebbero sia l’abside maggiore che i capitelli scolpiti con immagini riprese dal tipico repertorio Alto Medievale. Nell’interno si osservano i resti della chiesa precedente: il fonte battesimale e il perimetro della base del campanile, forse resti di un’antica torre di difesa.
Nei secoli l’edificio è stato più volte rimaneggiato con interventi che nell’Ottocento e Novecento hanno tentato di riportarlo alle linee originali anche in occasione dei danni arrecati dai terremoti del 1834 e del 1920.
Molto bello il trittico della Madonna col Bambino tra il Volto Santo e i santi Cornelio e Cipriano. Attribuito in passato al senese Angelo Puccinelli, più di recente è stato assegnato ad un “Maestro di Montefloscoli” che l’avrebbe realizzato nel XV sec.
Interessante l’area circostante, in particolare l’edificio della canonica dietro il quale sono ben visibili i resti di una casa torre (forse del XIII sec.) che mostra al piano terra unicamente l’apertura di tre feritoie ben conservate. È questa la testimonianza più evidente di come qui esistesse in epoca medievale un complesso fortificato che aveva nella pieve e nel ponte due elementi molto significativi.
Lunigiana World ringrazia l’amico Paolo Bissoli per il testo sulla Pieve di Codiponte.