Museo in memoria della strage del 19 agosto 1944 sulla popolazione di San Terenzo
L’Eccidio di San Terenzo Monti è un’efferata strage nazista, iniziata il 17 e finita il 19 agosto 1944 a San Terenzo Monti, piccola frazione nel comune di Fivizzano.
Per mantenerne vivo il ricordo venne creato un museo nel centro del paese, presso l’ex oratorio parrocchiale, oggi intitolato a Don Michele Rabino, che perse la vita insieme agli abitanti del paese durante la strage. All’interno del museo sono esposte fotografie e documenti raccolti durante gli anni, che ricordano i 159 civili che persero la vita per mano nazista.
Come andarono i fatti
Ad inizio agosto si insedia a Fosdinovo una compagnia della 16° Divisione tedesca SS “Reichsführer”, composta da circa 100 soldati comandati dal tenente Albert Fischer, che da quel momento inizia a compiere incursioni sempre più frequenti nei paesi circostanti, con il fine di razziare viveri ed impaurire la popolazione.
Più volte capitarono a San Terenzo, spesso mentre si spostavano dalla strada principale verso Fosdinovo. Il parroco Don Michele Rabino, cercava sempre di aiutare la popolazione, cercando di convincere le persone a consegnare quello che veniva richiesto nella speranza che la compagnia lasciasse in pace il piccolo paese, già messo a dura prova dagli anni di guerra. Con il passare del tempo, le richieste della compagnia SS diventavano però sempre più pesanti.
La mattina del 10 agosto il paese di San Terenzo Monti fu occupato da un reparto di SS in assetto di combattimento, che perquisì le abitazioni prelevando dalle stalle il bestiame, il gruppo giustificò la rappresaglia come monito per l’uccisione di due soldati germanici, avvenuta per mano partigiana al non distante ponte di Ceserano.
Il 14 agosto le SS fecero ritorno a San Terenzo per requisire un’automobile e compiere un’altra razzia di bestiame. Un’ulteriore incursione fu compiuta la mattina del 17, a bordo di un camion, finalizzata a un nuovo prelevamento.
Convinti dal parroco, la gente non si oppose alla razzia, consegnando quanto richiesto: vino, olio, un maiale, una manza e infine una pecora.
A mezzogiorno del 17 agosto il camion lasciava il centro del paese per riprendere la via di Fosdinovo avendo a bordo, oltre al bestiame, solo qualche soldato e procedendo a passo d’uomo, con il grosso della truppa a seguirlo a piedi. Dopo avere attraversato il Bardine la colonna prese a risalire lentamente la strada per San Terenzo. Poco dopo vennero attaccati dalla formazione carrarese partigiana “Ulivi”, in possesso di due mitragliatrici tedesche sottratte precedentemente alla caserma di Carrara. Vennero uccisi così tutti i soldati SS a piedi. Intervenivano in aiuto anche partigiani appartenenti ad altre due formazioni: la “Gerini” e la “Parodi”.
Nel pomeriggio dello stesso 17 agosto un centinaio di SS al comando del tenente Fischer vennero a Bardine a recuperarvi le salme dei commilitoni. Appiccando incendi ovunque e facendo ricorso anche ad esplosivo fu distrutta la gran parte dell’abitato e uccisi i primi abitanti.
Il comando della rappresaglia vera e propria venne affidata al maggiore Walter Reder, che fece scattare l’operazione il mattino del 19 agosto. Le rappresaglie iniziarono a Fivizzano e si spostarono verso San Terenzo, vennero uccisi 159 civili inermi.
Dove si trova il Museo dell’Eccidio di San Terenzo e Bardine
Il Museo si nel centro del paese di San Terenzo Monti, nel comune di Fivizzano.
Come raggiungere il Museo di Storia Naturale della Lunigiana
Arrivati a Pallerone, seguire la cartellonistica per San Terezo/Tendola, sulla strada che porta a Fosdinovo.
Qui vicino trovi
Borgo di Tendola, Borgo di Bibola, i sentieri della Quinta Tappa della Via Francigena in Lunigiana, il Castello di Fosdinovo.