Mi chiamo Pietrino Forfori e sono uno degli ultimi campanari d’Italia

Pietrino (detto Pietro) Forfori
uno degli ultimi campanari tradizionali rimasti.
Nato a Cecina di Fivizzano , piccolo borgo alle pendici delle Apuane, dove la vita sociale era scandita dalle molte ricorrenze religiose accompagnate dal suono delle campane . Dopo le Medie vado da solo , secondo di cinque fratelli , ospite di due zie, a Genova per frequentare il Liceo Classico , e gli studi universitari per diventare Medico Chirurgo. Il distacco quasi eradicante dalla vita in campagna me ne aumenta l’attaccamento cosicché, durante i periodi di vacanza anche brevi non vedevo l’ora di tornare al paese natio. Da subito ero attratto dalle melodie delle campane che scandivano i momenti gioiosi ed anche tristi della vita di allora. Il campanaro allora era Ercolino Duranti che con pazienza mi insegnò le prime note. Allora erano presenti ed esercitanti altri campanari che io , durante le feste , tormentavo affinché mi facessero esercitare :Gino , fratello di Ercolino, Pietro detto Pietrino genero di Ercolino( un signore alto un metro e novanta ed io che supero di poco il metro e sessanta ,al contrario , Pietrino detto Pietro) e mio babbo Tullio anche suonatore di fisarmonica. Grazie a questo particolare fui invitato dal babbo ad esercitarmi con tre note della tastiera anche per non disturbare troppo gli abitanti del paese con le campane .
Così anno dopo anno , festa dopo festa , ho affinato la tecnica fino ad essere riconosciuto dai miei maestri come un vero campanaro anche se non presente quotidianamente al paese , risiedendo ormai da 50 anni a Genova.
Ad ogni mio ritorno a trovare i genitori , mi lasciavano volentieri l’onore di gestire le campane anche per la fatica di dover salire ogni volta fin sul campanile.
Oggi, conduco la mia vita professionale di Medico Chirurgo Specialista a Genova , vivo alle spalle della città in un territorio simile alla Lunigiana dove ho un vigneto (uno scasso fatto a mano da me) simile a quello che avevamo a Cecina (Bocchiola) ma per le campane devo tornare sul campanilo per rivivere quelle emozioni.