Sono Fabio Bertolucci, l’ultimo “custode” dell’ antichissima Marocca di Casola

La mia storia inizia nel 2003, quando ho lasciato l’Università per tornare nella terra
di Casola, nel mio paese di Regnano e vivere qui creando qualcosa che potesse
diventare utile per tutto
il territorio.
E così mi sono ritrovato in un vecchio
forno a legna del Comune di Casola, nella
frazione di Casciana, dove per 5 anni ho lavorato con l’intenzione di mantenere vive
due tradizioni altrimenti destinate a sparire: Il pane di patate di Regnano e la Marocca di Casola, fatta con farina di
castagne, farina di grano e patate. Ho lavorato con tutte le mie energie con l’obiettivo di dimostrare che con fiducia e
credendoci era possibile
fare qualcosa anche in una zona ormai molto
abbandonata. Fino a che
nel 2008 ho preso ancora coraggio per aprire una
struttura nuova: un panificio con forno a legna più grande, dove poter far crescere
sogni e progetti, nel mio piccolo paese di Regnano. E così, nel 2008, nel piccolo prato di Canoàra, è nato “il Forno in Canoara”, qui mantengo
viva la tradizione della Marocca, unico custode di questo
meraviglioso pane.
Da allora sono passati tanti anni e tanti
sacrifici, ma sono stati tanti anche i risultati raggiunti e le soddisfazioni.
La Marocca di Casola, Presidio Slow Food dai primi anni 2000, in tutti questi anni ha partecipato a fiere Nazionali e internazionali dove ha rappresentato la
Toscana e l’Italia stessa, diventando un prodotto tradizionale riconosciuto su tutto
il territorio Nazionale ed oggi la si può trovare nel m e n ù di tantissimi ristoranti
che sposano la qualità, e nelle Gastronomie più rinomate. Èdiventato uno
dei prodotti più rappresentativi del Parco dell’ Appennino Tosco Emiliano ed ha
portato tanti turisti a scoprire la sua terra.
Esono tantissimi ibambini
e ragazzi che, nelle uscite didattiche delle scuole, sono
arrivati al Forno in Canoara per i laboratori di panificazione tradizionale. Spesso è stata protagonista di trasmissioni
televisive che l’hanno consacrata al grande pubblico; ed è stata protagonista dello sviluppo di filiere locali importanti che oggi
sono consolidate: quella del grano e della castanicoltura.
E per il futuro? Ci sarebbe ancora qualcosa di significativo da realizzare…
La mia famiglia ha una vecchia stalla dove,
quand’ero bambino, c’erano ancora le
Mucche. Ecco… sarebbe bello che “la stalla della Brunella” potesse diventare un
bellissimo metato (essiccatoio per le castagne) funzionante e didattico, studiato
nel dettaglio per rendere fruibile ai visitatori una tradizione così antica e
significativa. Oppure potrebbe diventare un
piccolo locale dove fare assaporare il
territorio di Lunigiana ai visitatori sempre
più numerosi. Un luogo di ospitalità e convivialità dove trascorrere il tempo del
pranzo, della merenda o della cena. Protagonista dei piatti ovviamente la
Marocca…